L’analisi della domanda online

Nonostante siano numerosissimi i consumatori che possano risultare potenzialmente interessati alla nostra offerta, molto spesso il gap di potenziale, ossia la differenza tra la domanda potenziale e la domanda reale, è particolarmente elevato. Innanzitutto è opportuno distinguere tra gap di domanda primaria e gap di domanda secondaria: il primo indica la differenza tra la domanda potenziale e la domanda reale dell’intero mercato (area gialla); il secondo indica, invece, la differenza tra la domanda potenziale e la domanda della specifica impresa (area gialla ed area azzurra).

stima-della-domanda

Analizzando ora il gap di domanda secondaria, ovvero la differenza tra la domanda potenziale e quella della specifica impresa, è possibile notare come questo consti di due componenti: il gap di domanda primaria e il gap concorrenziale. Se il gap concorrenziale è superiore, questo ci permette di comprendere che i concorrenti hanno una quota di mercato molto più ampia rispetto a quella dell’azienda in analisi. In questo caso le aziende competeranno per la redistribuzione della quota di mercato, fino a giungere talvolta ad autentiche guerre di prezzo.
Nel momento in cui, invece, prevale il gap di domanda primaria, il mercato presenta ampi spazi di crescita e si rivela necessaria l’espansione dei consumi per l’intera categoria di prodotto. In questo caso è necessario rimuovere le barriere cognitive, educare il cliente e ridurre il rischio percepito. Per conseguire tale obiettivo, molto efficaci potrebbero essere iniziative di comunicazione offline e attività  di coopetition.
Accanto a questa ipotesi, potrebbe trattarsi anche di un gap di occasioni: gli utenti si servono di quel prodotto ma in un numero di occasioni limitate (ad esempio accedono ad un servizio di banking online solo per la gestione del portafoglio titoli e non per le altre operazioni); oppure di un gap di dose: gli utenti si servono di quel prodotto, in tutte le occasioni possibili ma consumandone una dose inferiore rispetto a quella prevista. In questo caso siamo di fronte ad utilizzatori leggeri, nei confronti dei quali può risultare utile sviluppare campagne illustrative di tutti i servizi offerti e di tutte le occasioni per le quali il prodotto/servizio possa risultare di indubbia utilità .
Per comprendere queste sfumature diventa fondamentale monitorare il comportamento del consumatore online, essenzialmente imputabile alle seguenti cause:

comportamento-consumatore

La domanda online si caratterizza dunque per un’eterogeneità  crescente con una maggiore esigenza di personalizzazione da parte del consumatore. La ricerca delle informazioni diventa sempre più efficiente e rapida e, per questo, la sensibilità  al prezzo assume rilievo soltanto in caso di carenza di dettagli sufficienti per valutare la qualità  del prodotto.
Inoltre, l’aspetto più rilevante, è l’emergere di una crescente esigenza di socializzazione anche durante le esperienze di acquisto: anche la scelta diventa sempre più condivisa e oggetto di interazione. In questo modo diventa possibile recuperare la perdita di esperienzialità , dovuta all’impossibilità  di toccare e vedere il prodotto, attraverso la comunicazione e lo scambio peer-to-peer.
Per questo è necessario condividere review e puntare su esperienze di social commerce per riuscire a coinvolgere il cliente a 360°.
Dall’analisi del Consumer behaviour alla rilevanza del consumer engagement.

 

Hashtag, come utilizzarli correttamente.

In ambito di social media marketing, i dibattiti sulla loro effettiva utilità  sono parecchi. Stiamo parlando degli hashtag, ovvero la frase preceduta dal simbolo # per indicare l’argomento o il post di una discussione.

hashtag

La funzionalità  è molto semplice, anche se l’utilizzo spesso si dimostra alquanto complesso. Uno dei principali vantaggi è l’immediatezza, una sola parola è sufficiente per sintetizzare l’argomento di cui vogliamo parlare, coinvolgendo contemporaneamente e in tempo reale più interlocutori. Il social da cui sono nati è Twitter, una piattaforma da 300 milioni di user, che negli anni ha incrementato la sua portata divenendo il più utilizzato dai personaggi pubblici ma anche in pubblicità , promozioni o lancio di film e programmi tv, presto si sono diffusi anche su Facebook, Instagram e Google Plus.

Gli hashtag sono, nell’era in cui l’utente ha un ruolo fondamentale per la brand reputation, indispensabili nelle strategie di social media marketing. Aumentano la visibilità , forniscono al brand una percezione migliore di quella che è la propria immagine sul web e favoriscono il processo di fidelizzazione della cilentela. Monitorarli è utile sia per la lead generation sia per l’analisi dei contenuti , permettono spesso di cogliere l’ironia o il sarcasmo che si celano dietro ogni singolo post.

Gli utilizzi principali sono due :

Tracking.
Permettono di seguire un evento e tutte le discussioni legati ad esso, allo stesso tempo vengono utilizzati durante la visione di film o programmi televisivi o per ironizzare su un argomento. Insomma possiamo crearli per tutto, sta a noi dare vita alla tendenza.

Aumentare la visibilità .
La parola chiave preceduta dal # può essere ricercata da chiunque abbia un interesse verso quella tipologia di argomento, non solo dai follower, di conseguenza diventano uno strumento validissimo per incrementare la visibilità . Conoscerne il funzionamento è molto importante, molti tool che vengono creati su twitter si basano escusivamente sul loro utilizzo.

Bisogna però, prestare molta attenzione in merito al loro utilizzo. Se non impiegati correttamente possono divenire uno strumento per prendere il giro il brand. Scegliere con cura le parole chiave, può evitare clamorosi fail. Quando pianifichiamo una campagna social bisognerebbe sempre evitare alcune tipologie di errori, quali?

Lanciarli senza avere profili in cui fare confluire i messaggi più importanti.
Non dare istruzioni su come utilizzarlo correttamente, l’utente andrebbe sempre incuriosito e motivato.
Scegliere hashtag troppo lunghi da memorizzare, in alcuni social (twitter in particolare) lo spazio disponibile per comunicare è limitato.
Non prevedere l’uso che l’utente potrebbe farne, prima di lanciare campagne che richiedono coinvolgimento, provate a immaginare che tipo di reazioni possano suscitare.

Concludiamo sostenendo che sarebbe opportuno utilizzare gli hashtag in modo responsabile, senza esagerazione , utilizzarli troppo frequentemente spesso provoca nell’utente una perdita di interesse che si rivela nociva per i contenuti.

Marco Guarino.

 

La segmentazione della domanda in rete

La segmentazione della domanda online consiste nel comprendere le caratteristiche che assimilano o differenziano i navigatori con riferimento a preferenze e comportamenti relativi sia al brand/prodotto, sia all’utilizzo del web/sito.
Per quale motivo è utile segmentare? àˆ fondamentale per riuscire a disegnare in maniera ottimale il sito e per decidere quali siano i link con altre risorse che possano risultare maggiormente coerenti con il sistema di interessi della domanda.Le fonti di dati per operare una segmentazione dei navigatori sono le seguenti: i log files, la registrazione al sito e le attività  e condivisioni social svolte dagli utenti. Ma come si definiscono i diversi segmenti? In realtà  esistono diversi criteri a seconda delle finalità  perseguite e della ricchezza dei dati di cui si dispone.Anzitutto è possibile individuare due basi di segmentazione: il profilo dell’utente e le preferenze/desiderata dell’utente.

criteri-di-segmentazione
La segmentazione geografica prevede di suddividere il mercato in diverse aree, basandosi sul presupposto che le necessità , gli interessi e le preferenze dei consumatori varino a seconda delle caratteristiche del luogo in cui risiedono. Le variabili web specific da analizzare sono: il network di accesso, la postazione di accesso e la tipologia di device adottato. Siti come NY.com e 2night.it si servono di una segmentazione geografica.

La segmentazione socio-demografica suddivide il mercato in gruppi di consumatori sulla base di variabili quali: sesso, età , istruzione, membri del nucleo familiare, reddito e professione. Le variabili web specific sono: indirizzo e-mail e homepage dell’utente, anzianità  di utilizzo del web. Siti come radiomamma.it e thirdage.com si servono di una segmentazione socio-demografica.

La segmentazione psicografica si basa sullo stile di vita, espressione multidimensionale delle caratteristiche e del comportamento dell’individuo come singolo e come membro di una comunità . Rilevanti appaiono pertanto le attività  (come viene impiegato il proprio tempo); gli interessi (ciò che conta) e le opinioni (i valori e le convinzioni) dell’utente. Le variabili web specific sono: atteggiamento nei confronti della privacy e della sicurezza, atteggiamento nei confronti delle difficoltà  di download e delle innovazioni tecnologiche. Siti come diesel.com utilizzano un criterio di segmentazione psicografico.

La segmentazione comportamentale si fonda sul comportamento dell’utente, prestando attenzione allo status dell’utente (utilizzatore, non utilizzatore, utilizzatore frequente, etc..); alle occasioni d’uso, all’intensità  di utilizzo e alla fedeltà  al prodotto/servizio. Le variabili web specific sono: la regolarità  delle visite; il momento di consultazione del sito e i percorsi di provenienza più frequenti; il tempo medio per sessione e la tipologia dei file richiesti; i feedback e gli acquisti. Siti come Esselunga.it si basano su un criterio di segmentazione comportamentale per l’invio di newsletter differenziate a seconda dello status dell’utilizzatore e per la creazione di liste della spesa a seconda dell’occasione d’uso.

La segmentazione per benefici ricercati definisce il raggruppamento dei consumatori sulla base delle motivazioni che spingono a scegliere un determinato prodotto/servizio. Si tratta di una variabile fondamentale per la pianificazione dei contenuti e delle funzionalità  del sito, differenziabile non soltanto a seconda del profilo dell’utente (user-based) ma anche a seconda dell’occasione d’uso (occasion-based) alla quale possono corrispondere diversi benefici ricercati. Siti come Dell.com utilizzano un criterio di segmentazione per benefici ricercati.

Alla segmentazione segue l’attività  di targeting, volta stabilire il segmento sul quale occorre concentrarsi. Per compiere una scelta consapevole, bisogna considerare:

targeting

Segmentazione e targeting: fasi essenziali per una specializzazione efficace.

Come promuovere un evento sui social media? Alcuni pratici consigli.

Smartphone, tablet e pc, comunicare non è mai stato cosi semplice. Se vogliamo promuovere un evento sui social il web ci dà  una grossa mano. Le strategie di marketing non possono che passare attraverso il web e in particolare attraverso i social media. Per impostare un corretto piano di promozione, limitarsi a creare un semplice manifesto pubblicitario o un volantino risulta quantomeno datato.  Quali azioni bisognerebbe attivare per realizzare un evento di successo? Ecco alcuni rapidi suggerimenti.

  • Il primo passo è organizzare.

Utilizzare al meglio le conoscenze è fondamentale, in passato gli sforzi andavano tutti verso mail o inviti cartacei, adesso la rete permette di creare un networking che riduce i tempi di diffusione. Coinvolgi le persone, facendo vivere loro quello che sarà  l’evento, anticipa i temi più importanti e quelli che i protagonisti.

 promuovere un evento sui social

 Accompagna le piattaforme social con un sito internet che vada ad integrarle. Utilizza un’idea creativa e grafica che lo renda accattivante, integra il tutto con notizie, programmi, anticipazioni sugli ospiti e sugli eventi che saranno presenti, sono sempre ben gradite dai visitatori.

come promuovere evento

  •  Promuovere

Promuovere un evento sui social correttamente ha un’importanza fondamentale. Decidi quali piattaforme utilizzare e una volta scelte, inizia a popolarle rapidamente, questo ti permetterà  di avere una visibilità  molto ampia prima che l’evento stesso abbia inizio. Scegli un logo, utilizzalo su tutte le piattaforme oltre che sul sito, fornirai al potenziale visitatore un’immagine dell’evento unica e facilmente riconoscibile, non dimenticare la creatività , fondamentale sia nelle immagini che nei copy utilizzati per rappresentarlo.

Scegli l’hashtag dell’evento, ti supporterà  durante la gestione live e ti permetterà , una volta concluso, di analizzare il lavoro svolto. Caratteristiche fondamentali? Unicità  e sintesi.

come promuovere evento

  • Favorisci l’evento live.

Twitta, posta e comunica. Se le aspettative che hai creato intorno all’evento vengono soddisfatte, anche chi è lontano avrà  piacere di partecipare, e si lascerà  andare ad un classico”avrei voluto esserci”. Internet azzera le distanze, coinvolgi tutti, anche chi non riesce a partecipare fisicamente.

  • Estendi il valore dell’evento grazie ai social.

Promuovere un evento sui social non vuol dire terminare la promozione il giorno in cui questo ha termine. Creare video e foto gallery del post evento, senza far passare troppo tempo, è fondamentale! Sfrutta quel lasso di tempo  in cui il visitatore è ancora emotivamente coinvolto. Condividi i commenti e chiedi dei feedback, tieni presente che spesso gli ospiti notano delle situazioni che l’organizzatore  non riesce a cogliere. Ringrazia e gestisci al meglio anche chi presenterà  delle critiche, ti permetteranno di crescere professionalmente. Mantieni un coinvolgimento alto e costante nel tempo, evita di abbandonare le pagine, se l’evento è destinato a ripetersi tieni viva la community e dai l’appuntamento al prossimo anno.

come promuovere evento social

Le immagini utilizzate in questo articolo sono estrapolate dalle pagine social e dal sito internet di Librinfesta, evento culturale che ha avuto luogo ad Alessandria dall’8 al 12 aprile. Per pubblicizzare l’evento AT MEDIA ha deciso di utilizzare, oltre un sito internet realizzato in WordPress anche tre piattaforme social, ovvero facebook, twitter e youtube. Un adeguato utilizzo delle tre piattaforme ha consentito di pubblicizzare al meglio tutto quello che ha riguardato il pre, il live e il post evento. A questo è stata abbinata una tradizionale campagna di manifesti e volantini, garantendo un mix che ha fornito a Librinfesta la visibilità  che un evento di tale portata e organizzato con tanta dedizione merita.